Tre buoni motivi per scrivere fantasy

Quali sono i motivi per continuare a scrivere fantasy? Citando l’articolo di Maurizio Vicedomini per la Rivista Fralerighe, è ancora possibile scrivere fantasy? Ritengo di dover dire la mia su questo spinoso argomento, proprio adesso che sono immerso nella revisione di un nuovo manoscritto e nelle attività di promozione dell’ultimo romanzo fantasy pubblicato, “La Strada Perduta”. Lo farò con una bella lista di buoni motivi per continuare a scrivere fantasy:

1 – Coltivare l’immaginario

Delirio_2010_by_javierGpachecoIl fantasy potrebbe essere considerata la continuazione della storia di fantasia infantile. La narrazione attraverso cui il bambino scopre il mondo e lo plasma con la sua volontà, mentre nel contempo impara a modificarsi e adattarsi per far parte di quel mondo che sta imparando a conoscere. In questo senso il fantasy è la porta d’accesso all’immaginario.

L’immaginario non è la fuga dalla realtà. Non è il regno della fantasia che non si interessa della realtà. Tutt’altro. L’immaginario è ciò che ti consente di fare previsioni sul futuro, esplorare le possibilità della realtà, mettere in moto progetti e condividere ideali e valori. L’immaginario è utile agli adulti tanto quanto ai bambini, insomma. Credo fortemente che il fantasy non abbia mai rappresentato una fuga dalla realtà. Come la narrativa fantastica più in generale, ha sempre avuto il suo senso più profondo nei rapporti con il mondo reale.

Questo è il motivo principale per cui continuo a scrivere fantasy: è il modo migliore per immaginare il futuro, per avere un’idea lungimirante delle possibilità e del destino delle nostre società, delle nostre culture, delle nostre azioni. Anche con il fantasy si può fare filosofia.

2 – Resistere al predominio del reale e del presente

LozziEymerich1Viviamo nell’iper-realismo e nell’eterno presente, un dominio da cui non possiamo liberarci. L’attualità ci consuma, ci logora, ci confonde. Saltiamo da una vicenda all’altra, da una notizia all’altra, da un’emergenza all’altra. In un vortice amplificato dai social network, viviamo in una continua frenesia che ci fa dimenticare il senso della storia e la possibilità di progettare il futuro. Siamo schiavi del reale e del presente.

Il fantasy è la migliore arma per liberarci da questo dominio. Non è una fuga dalla realtà, ma dalla schiavitù causata dall’eterno presente. Grazie al fantasy possiamo recuperare il senso della storia, la riflessione profonda, la capacità di analisi sulle vicende umane e sociali. Perchè il fantasy è sempre legato al contesto in cui si vive: non basta coltivare l’immaginario per slegarsi dal proprio mondo.

Credo che abbiamo vissuto con l’errata convinzione che il fantasy fosse una fuga dalla realtà, che fosse una lettura per bambini, scollegato dal contesto del suo tempo. E invece, per assurdo, credo che sia più ancorato della realtà rispetto alla narrativa tradizionale. Lo stato di malessere della nostra società, la crisi dei valori del post-moderno, si misura anche dal panorama del fantasy, perchè è la cartina tornasole del nostro immaginario.

Nell’attuale immaginario spopolano gli eroi cinici, pragmatici e solitari, ai limiti degli anti-eroi. Da Game of Thrones a Walking Dead, non è più il tempo per gli Hobbit e gli Harry Potter. Nulla da dire sull’intreccio e sul coinvolgimento emotivo, ma la lettura del mondo che danno le più fortunate storie fantastiche, quando non sono delle utopie mediocri (stile Hunger Games o Divergent) sono perlomeno indicative dello stato di salute della nostra società.  Questo è il nostro immaginario, vittima dell’aridità e del cinismo dei nostri tempi.

3 – Il fantasy è solo una parte del tutto

Il-signore-degli-anelliFinora ho parlato di fantasy, ma solo per collegarmi all’articolo citato all’inizio. In realtà credo che si debba parlare più in generale di narrativa fantastica. Fossilizzarsi sul canone del fantasy o della fantascienza, dell’horror o del post-apocalittico, rischia di farci perdere il senso del problema. Non ci possiamo limitare a considerare fantasy ciò che contiene spade e magie, elfi e draghi. Un canone che ha fatto bene per qualche anno agli editori, ma non agli scrittori, nè ai lettori.

Mentre spopolava l’high-fantasy, in pochi davano credito a Evangelisti (che è pure italiano, per dire). Sarebbe bastato evitare di fissare dei confini così stretti per il fantasy per risparmiaci la palma d’oro nazionale a Licia Troisi, con tutto il rispetto. Adesso che spopola il low-fantasy, diventando quasi mainstream, rischiamo di perdere la capacità di esplorare l’immaginario e di superare il predominio del presente. Forse perchè ci siamo seduti sugli allori, nei periodi più fertili.

Ha senso scrivere fantasy, oggigiorno? Sì, se siamo in grado di osare. Di immaginare un nuovo futuro, e di non abbandonarsi al reale. Per questo il sense of wonder, la visione del futuro e della società, sono fondamentali. Dobbiamo avere l’ambizione e il coraggio per riprendere possesso del nostro immaginario. Se non lo faremo noi, chi lo farà? Uno scrittore fantasy, passatemi il paragone, rischia di essere il modello rivoluzionario del nuovo millennio.

2 Comments for “Tre buoni motivi per scrivere fantasy”

Flavia Esta Imperi

says:

Ciao Alessio, grande riflessione. Proprio ieri sfogliavo dei siti di attualità e mi sono ritrovata emotivamente “agganciata” a una serie di articoli catastrofisti e allarmisti. Essendo dell’83 faccio parte di quella generazione strana, cresciuta fra sensi di colpa di livello planetario e visioni prive di un futuro e vedo tanti, come me, rifugiarsi in mondi alternativi, fantastici, anche distopici magari, ma popolati di grandi personaggi e azione. Eppure non è una fuga. Quello che sento intorno a me è una grande sete di immaginari alternativi, pozzi profondi e non contaminati da ideologie e pubblicità a cui sia possibile attingere idee nuove, o idee antichissime, idee potenti e fuori da quei binari che hanno portato la civiltà essere quella che è oggi. E questo è possibile grazie al buon fantasy.
Io con il fantasy posso muovermi liberamente oltre i confini prestabiliti e attingere a tempi lontani, ideali e valori creduti persi per sempre, e spaziare alla ricerca di qualcosa che mi appartenga davvero.
Per arrivare al dunque – si, scrivo anche io, si vede? 😛 – sono totalmente d’accordo con la tua visione: oggi fare fantasy è un atto rivoluzionario e dobbiamo osare, ispirare noi stessi e gli altri, perché la fantasia guida l’immaginario e l’immaginario è un dinosauro dormiente che attende solo di essere risvegliato per spaccare il mondo vecchio e crearne uno nuovo.

Alessio Banini

says:

Ciao Flavia, grazie per il tuo contributo! Anche io sono del 1983 e condivido la tua visione, tra alti e bassi torno sempre a leggere (e a scrivere) fantasy, anche se ho tentato strade più “realistiche”, per così dire. A questo punto sono curioso di leggere la tua versione della narrativa fantastica!

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