Umberto Eco: Il pendolo di Foucault

eco-pendoloIl Pendolo di Foucault è un romanzo di Umberto Eco, pubblicato nel 1988. Lo considero tuttora attuale, una lettura obbligata o quasi; il suo punto a sfavore è l’eccessiva lunghezza, che può scoraggiare qualche lettore ormai abituato all’era digitale.

Complotti reali e presunti

Umberto Eco parla di complotti senza lasciarsi coinvolgere dalla dimensione magica e misteriosa: ne crea piuttosto una parodia, fino agli eccessi più terribili. I protagonisti del romanzo vengono a conoscenza di un complotto ordito dai Cavalieri Templari, e cominciano a indagare. Dopo poco, si stufano di indagare e cominciano a creare: i collegamenti tra i misteri della storia sono tanti e funzionano, ogni gruppo segreto degli ultimi secoli sembra corrispondere al Piano complessivo ordito dai templari per la conquista del mondo: massoni, illuminati, satanisti, gesuiti, baconiani e così via. Il Piano ricostruisce la storia sotterranea, anzi è la Storia stessa, il suo senso più profondo. Il lettore e i protagonisti sembrano convinti della sua reale esistenza. Alla fine, il Piano si rivela per quello che è: una bugia, una illusione collettiva. Ma i suoi effetti sono immutati, perché i gruppi esoterici continuano a crederci. I protagonisti hanno ideato un Piano che credevano reale e l’hanno reso reale, e questo è forse il complotto più grande di tutti.

Il complotto di Eco e l’ordine

Le più interessanti intuizioni di Eco nel corso del romanzo, a mio avviso, riguardano le analisi sulle teorie del complotto. Il problema di fondo non è l’ingenuità di chi crede ai vari complottismi, ma la necessità di credere. Di credere a qualcosa, a qualunque cosa, pur di credere. Il complottista, a ben vedere, non è un seguace del caos, anche quando coinvolto in segrete trame per la conquista del mondo: anzi, è un seguace dell’ordine. Il complotto permette di mettere ordine nel caos della realtà postmoderna, in cui sono scomparsi tutti i punti fermi. Come la natura, con il suo horror vacui, la mente dell’uomo cerca l’ordine a ogni costo, anche inventandosi complotti di ogni tipo. Le riflessioni sulle teorie del complotto di Eco sono molto più attuali adesso che vent’anni fa, a mio avviso. Per questo, è una lettura fortemente consigliata.

La teoria sociale della cospirazione… è una conseguenza del venir meno del riferimento a Dio, e della conseguente domanda: “Chi c’è al suo posto?” (Karl Popper)

C’era un tale, forse Rubinstein, che quando gli avevano chiesto se credeva in Dio aveva risposto: “Oh no, io credo… in qualcosa di molto più grande…” Ma c’era un altro, forse Chesterton, che aveva detto: da quando gli uomini non credono più in Dio, non è che non credano più a nulla, credono a tutto. (Umberto Eco)

Voto finale: 8,5/10

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