Nuovo Testamento: la recensione

Dopo la prima stagione, che ha riscosso un buon successo da parte della critica televisiva, torna la serie “La Bibbia” con una seconda stagione piena di novità.

Personaggi. La novità più importante riguarda il cast, con l’introduzione di nuovi personaggi fondamentali per lo sviluppo della trama. La prima stagione era stata caratterizzata dalla presenza di “Dio” e da una serie di personaggi minori che cambiavano in continuazione. Il protagonista, a detta dei critici, risultava spesso ingombrante e fin troppo autoritario e vendicativo, tanto da essere considerato da molti come un antieroe: una scelta che probabilmente è stata alla base dello scarso successo di pubblico, infatti la prima stagione (chiamata anche “Antico Testamento”) ha fatto registrare buoni ascolti soltanto in Medio Oriente. Per la seconda stagione, la casa di produzione ha deciso di investire pesantemente sul mercato europeo e nordamericano: per questo motivo gli sceneggiatori hanno pensato di rivedere i personaggi principali e la trama, per rendere la serie più appetibile al grande pubblico.

Il personaggio principale dell’Antico Testamento è stato affiancato nel Nuovo Testamento da altri due, ottenendo quindi una trinità di protagonisti. A dir la verità, quella che spicca fin da subito è la figura di Gesù Cristo, grazie alla scelta di un attore dalle grandi capacità recitative e un carisma che buca lo schermo; mentre lo Spirito Santo è spesso relegato al ruolo di spalla comica e voce fuori schermo, seguendo la fortunata scelta delle sit-com statunitensi come Will & Grace oppure The Big Bang Theory.

La scelta di concentrare le vicende della seconda stagione su Gesù è stata criticata da alcuni puristi della prima stagione, ma si è rivelata fondamentale per dare un ritmo avvincente alla trama e creare empatia con gli spettatori. L’interpretazione di Gesù si è rivelata magistrale, tanto da sfiorare l’Emmy durante la messa in onda (vinto in quegli anni, ovviamente, da Ottaviano Augusto) e da ricevere le più alte onorificenze alla carriera.

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Il bottle-episode “L’ultima cena” è uno degli episodi preferiti dai fan

Trama. Se la prima stagione ripercorreva un’arco temporale troppo vasto per permettere agli spettatori di affezionarsi ai personaggi prima che questi fossero puntualmente uccisi o messi da parte (una scelta che diventerà poi il fortunato filo conduttore di Game of Thrones), nella seconda stagione le vicende raccontano del difficile rapporto tra il protagonista Gesù, la madre Maria, il padre Dio e il patrigno Giuseppe (anche in questo caso, una scelta che verrà ripresa con maggior fortuna da Sons of Anarchy).

Il ciclo di episodi più discusso e più famoso al grande pubblico è quello dei Vangeli. La prima metà della seconda stagione de “La Bibbia” utilizza un procedimento narrativo originale: la stessa vicenda è stata affidata a quattro diversi sceneggiatori con il compito di sviluppare in maniera differente le quattro diverse puntate della serie. Nonostante la presenza di buchi nella trama, il risultato è ottimo e la resa tecnica pregevole.

Analisi. La svolta narrativa nella seconda stagione avviene con la morte e la resurrezione del protagonista. Una scelta molto discussa, e che non possiamo evitare di analizzare. Nella seconda stagione di una serie tv, come da tradizione, deve morire un personaggio principale; ma gli sceneggiatori hanno sottovaluto l’amore del pubblico per Gesù: gli altri personaggi non avevano il suo carisma. La decisione di far morire il personaggio più amato (le malelingue dicono che l’attore fosse impegnato nelle riprese di altre serie televisive nel circuito indipendente mediterraneo) ha provocato un drastico calo negli ascolti dello show. Una scelta scellerata da parte degli autori, come già accadde per Twin Peaks con la rivelazione dell’assassino di Laura Palmer. Gli ascolti del Nuovo Testamento sono crollati nella seconda metà della stagione, con il ciclo degli episodi dedicato agli Atti degli Apostoli e alle lettere, inadatti al grande pubblico. E la scelta degli autori di rimediare all’errore tramite una resurrezione del protagonista è sembrata raffazzonata e forzata, più adatta a una telenovela sudamericana che a un prodotto che aveva sempre investito sulla qualità narrativa.

Con questo episodio la serie tv “salta lo squalo”, come si suole dire, e il livello qualitativo si abbassa per tutti gli episodi delle lettere, con il maldestro inserimento di celebrità provenienti da altre serie televisive come i Romani o i Corinzi, ma che nulla aggiungono alla trama principale.

L’ultimo tentativo di sollevare gli ascolti viene fatto con l’episodio finale, “Apocalisse”: grandi investimenti in effetti speciali, scene d’azione e toni epici per quello che si è poi rivelato essere non soltanto l’episodio conclusivo del Nuovo Testamento ma di tutta la serie televisiva de “La Bibbia”. Nonostante l’indiscutibile qualità nella regia e nella resa tecnica, il ritmo narrativo sembra tornare di colpo alla prima stagione, e la resa finale è stata fonte di malumori, al pari del finale di Lost.

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L’episodio “La Crocefissione” è il momento di maggiore pathos della serie

Per finire, quindi, il Nuovo Testamento è sicuramente una serie da seguire: la seconda stagione potrà essere apprezzata da un pubblico più ampio rispetto a quello della prima stagione, ma non è adatta al binge-watching, per via del crollo di qualità dopo il ciclo dei Vangeli.

Pro:

  • Trama avvincente, soprattutto nei Vangeli, con i cliffhanger causati dai miracoli di Gesù
  • Fanbase solida: assieme ad Harry Potter, il Nuovo Testamento vanta la fanbase più vasta al mondo, con gruppi di appassionati, rievocazioni e cosplay praticamente in ogni città.
  • La storyline del tradimento di Giuda è diventata una pietra miliare per tante serie televisive successive

Contro:

  • Troppa confusione da parte degli autori: il cambio degli screenwriter tra le due stagioni e tra i vari episodi della seconda stagione rende più difficile seguire la trama e affezionarsi ai personaggi
  • Sconsigliato a chi ama lo spinoff “Corano”: proprio come i fan di Star Trek e di Star Wars, tra gli appassionati delle due serie tv non corre buon sangue, nonostante le evidenti affinità narrative
  • La romance tra Gesù e Maria Maddalena è frettolosa e poco convincente, apprezzata soltanto da pochi shipper

 

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